L’Hotel Lancelot è sito in una delle più ricche e affascinanti aree storiche di Roma.
Leggi l’articolo dello storico dell’arte Richard Ingersoll “From the Gardens of Nero to Realm of Pope Joan” e scopri la lunga e intrigante storia del nostro rione.
Vai alla Passeggiata del rione dall’Hotel Lancelot .
Per gentile concessione di Richard Ingersoll, storico dell’arte
A quattro passi dal Colosseo e dalla basilica di San Giovanni in Laterano, l’Hotel Lancelot s’inserisce in un ricco contesto di testimonianze storiche. L’albergo, situato in una palazzina anni ’30, su una strada lastricata a fine 800, ha nelle immediate vicinanze fra i luoghi più antichi e ricchi di storia della capitale.
Il Lancelot si trova nella valle tra il Colle Oppio e il Celio, in una zona che fu confiscata dall’imperatore Nerone -dopo il famoso incendio del 64 A.C-. per costruirvi la Domus Aurea, immensa villa di svago costruita sul Colle Oppio (i cui freddi sotterranei sono stati recentemente riaperti). Per assecondare i suoi capricci teatrali, di fronte alla Domus Aurea Nerone allestì un lago artificiale circondato dalle miniature dei porti più famosi del mediterraneo. Sul Celio fece poi costruire una magnifica piattaforma templare, dedicata allo zio Claudio suo predecessore, divinizzato dopo la sua morte. Oggi le rovine della piattaforma accologono i frutteti del convento duecentesco di SS.Giovanni e Paolo.
Dopo la deposizione di Nerone e le insurrezioni popolari provocate dai suoi eccessi tirannici, la nuova dinastia imperiale dei Flavii tentò di rabbonire l’opinione pubblica con la celebre politica “panem et circensis”, sostituendo al lago dei giardini di Nerone l’immensa struttura a volta del Colosseo. Quest’anfiteatro ovale, capace di contenere 60.000 spettatori durante i giochi gladiatorii, le caccie e le battaglie navali, divenne presto simbolo della città e -col tempo- metafora della sua aspirazione di Roma a città eterna. Il Colosseo prese nome da un’imponente statua di 30 metri, originariamente progettata come ritratto di Nerone in guisa d’Helios, e successivamente riadattata a statua di generico dio-Sole. Il magnifico Arco di Costantino, destinato a rimanere l’ultimo arco trionfale fino alla nuova fioritura dei modelli classici nel Rinascimento, segna con eleganza il raccordo tra il Colosseo e la Via Sacra che conduce al Foro. Da vicino si può osservare che l’arco è un collage di frammenti rubati ad altri monumenti. Per il 2000, anno del Giubileo, il Colosseo è stato nuovamente adibito a funzioni teatrali.
A Sud del Colosseo, all’inizio di Via San Giovanni in Laterano, si trova un notevole scavo archeologico, il Ludus Magnus, che rivela le fondamenta di un più piccolo anfiteatro ovale utilizzato come palestra dalla scuola per gladiatori. In questo periodo l’area del Lancelot, come probabilmente la maggior parte della zona, era addibito ad accampamento militare.
Più a Sud su Via San Giovanni in Laterano si trova la chiesa di San Clemente, che, benché discreta all’esterno, rivela all’ingresso una delle decorazioni più sontuose di Roma, ma anche una delle più sorprendenti testimonianze del processo di stratificazione del tempo. Procedendo lunga la navata del XII secolo, oltre i lucenti mosaici dorati dell’abside, sul pavimento composto di intarsi marmorei pre-Cosmati, si raggiunge una scala che porta ad un cupo labirinto, dove si fondono due luoghi di culto: una basilica cristiana del V secolo e, più in basso, un Mitreo del II secolo.
Una volta giunti in fondo, 10 metri sottoterra, si è stupiti dalla constatazione che era questo -inizialmente- il livello della strada. Altrettanto sorprendente è l’evidenza di un altro popolare culto mistico, alternativo alla neonata setta Cristiana. Questa prima costruzione del I secolo servì per un po’ da zecca imperiale, in un secondo momento fu trasformata in abitazione privata e il ninfeo del giardino adibito a tempio di Mitra, un dio d’origine persiana spesso ritratto nell’atto di sacrificare un bue. Il cristianesimo prevalse sul rivale, ne prese in prestito la data del 25 dicembre per i natali del redentore, e seppellì il Mitreo, ricavandone le fondamenta per l’abside della nuova chiesa. A causa dell’innalzamento di livello del terreno circostante, e della carenza della struttura iniziale, la basilica fu a sua volta coperta e usata come base della successiva chiesa duecentesca.
Dopo la conversione al Cristianesimo nel IV secolo e il graduale declino dell’impero, l’anatema religioso contro il teatro e i giochi (che diede adito a leggende di Cristiani dati in pasto a leoni) e infine i vari saccheggiamenti barbarici a cominciare da quello di Alarico nel 410, il Colosseo fu trasformato in fortezza, e la zona circostante assunse nuovamente carattere semi-rurale. Centro focale divennero gli isolati luoghi di culto, il più importante dei quali era San Giovanni in Laterano, una delle due chiese fondate da Costantino dopo la presa di potere da neo-Cristiano nel 312. San Giovanni divenne la cattedrale della città e fino al XV° secolo fu la sede prinicipale del Papa e del Suo entourage. La basilica fu radicalmente modificata su indicazione del Borromini nel XVII° secolo, mentre il palazzo del Laterano fu demolito e sostituito alla fine del XVI° secolo da Sisto V, che con l’occasione pose l’obelisco al centro della piazza. Benché coperta da decorazioni barocche, l’originale struttura ottagonale del V secolo del Battistero è ancora ben riconoscibile.
Le rovine dell’acquedotto dell’Acqua Claudia, che alimentava il palazzo imperiale sul Palatino, sporgono dai palazzi di fronte al battistero e si possono costeggiare -con qualche interruzione- lungo la cima del colle in direzione sud-ovest.
Si arriva così all’ospedale medievale del Laterano, tra i più antichi del mondo, e poi all’enigmatica chiesa di S.Stefano Rotondo, detta così per la sua pianta circolare. Costruita nel tardo V° secolo, quando la basilica longitudinale non si era ancora imposta come modello cardine nell’architettura ecclesiastica, la chiesa è rara per la sua pianta centrale. Il cilindro al centro è sostenuto da un colonnato ionico e illuminato dalle alte finestre della navata centrale, che creano un’intensa zona di luce. L’ambulacro che lo circonda fu affrescato tra XVI° e XVII° secolo con alcune delle scene di martirio più crude della storia dell’arte.